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Come i brevetti fermano l’innovazione (parte II): il caso della Stampa 3D

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b0f48d24d4fb1b9bade9800b42a9b51c_largeAbbiamo visto come lo Stato agisca come un vero e proprio freno all’innovazione tecnologica e scientifica con il massiccio utilizzo di leggi ad hoc, tassazione, regolamentazioni ecc. E lo abbiamo visto nel caso di una tecnologia di cui stiamo vedendo le potenzialità solo ora: la stampa 3D. Spesso parliamo della stampa 3D come di una nuova tecnologia, figlia della nostra era dominata da informatica e smartphone. In realtà la tecnologia alla base della stampa 3D fu inventata negli anni 80 e brevettata dalla Stratasys Inc. e commercializzata nei primi anni 90. La tecnica utilizzata si chiamava FDM o Fused Deposition Modeling. La Stratasys è sempre stata molto attiva nel brevettare ogni singolo componente e perfino il nome della tecnologia: FDM ha un trademark e oggigiorno chi vuole commercializzare la stampa 3D non può usare FDM ma FFF o Fused Filament Fabrication. Un’altra compagnia, la 3D systems, ha recentemente denunciato la Formlabs che su Kickstarter aveva avviato una campagna di donazioni per un tipo di stampante opensource da costruire “fai da te” o DIY per dirla all’inglese.

Ma allora come è possibile che la tecnologia ci abbia messo così tanto tempo prima di essere commercializzata in maniera massificata? Semplice: come abbiamo visto con la microscopia multifotone lo Stato ha garantito il monopolio di produzione per 20 anni alla Stratasys e solo nel 2009 il brevetto risulta scaduto e disponibile al libero mercato. Ed è proprio dopo il 2009 che abbiamo visto un boom di compagnie, progetti opensource, e una vera e propria3D rivoluzione tecnologica che ha fatto abbassare i prezzi in maniera vertiginosa e ha permesso a chiunque di poter comprare una stampante 3D (si possono trovare a 300 euro oggi). Cosa sarebbe successo se l’ufficio brevetti degli Stati Uniti d’America non avesse garantito il monopolio di una invezione alla Stratasys alla fine degli anni 90? A quest’ora il mondo sarebbe stato completamente diverso, non c’è dubbio. Vi ricordate il boom nella vendita di PC della fine anni 90, delle stampanti laser, dei masterizzatori, degli scanner da tavolo? Ogni anno i prezzi diventavano sempre più bassi tant’è che in pochi anni fu normale possedere un PC con masterizzatore, stampante e scanner a casa a poche centinaia di euro. Ecco, avreste potuto aggiungere a quella lista anche una stampante 3D senza dubbio. Oggi avere una stampante 3D a casa sarebbe normale quanto avere uno smartphone nelle proprie mani.

Ecco il vero potere di coercizione dello Stato: dare privilegi a pochi per limitare l’accesso delle tecnologie a molti. Brevetti, copyright, trademark sono solo privilegi che il governante (un tempo era il re oggi il parlamento) dà ad una ricca compagnia in grado di pagare le spese legali per ottenere un monopolio in grado di eliminare la concorrenza. A tutto discapito del resto dell’umanità.

E’ per questo motivo che quando qualcuno mi chiede come sarebbe il mondo senza lo Stato io dico sempre che è impossibile immaginarlo. L’esplosione tecnologico-scientifica sarebbe così vertiginosa che un mondo del genere sarebbe inimmaginabile. Un po’ come la singolarità tecnologica predetta dal transumanesimo. Grazie allo stato sarà sempre più lontana o forse non la raggiungeremo mai.


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